Editoria digitale (riflessioni)

Qualche giorno fa, c’è stato un interessante incontro sull’editoria digitale, ne parla Alberto Sebastiani qui. Colgo l’occasione per lanciare alcune riflessioni. Intanto mi sembra che ci sia un grosso interesse soprattutto da parte degli editori, dei distributori, da parte di coloro che diverranno i futuri addetti al service editoriale e dagli autori che devono comprendere se e in che modo si modificherà il loro lavoro. In questa fase siamo alla trasposizione dell’editoria cartacea a quella digitale. L’approccio è quello del confronto tra le migliorie tra il supporto analogico e quello digitale. Le nuove possibilità che il digitale potrà offrire in termini di interattività, condivisione e diffusione. Contemporaneamente si guarda a tutto ciò con preoccupazione per i pericoli che questo comporterà per il mercato. Quali saranno i nuovi modelli di business? Chi pagherà il lavoro degli editori, distributori e autori se tutti potranno condividere i file con un semplice click? Queste sono le problematiche che abbiamo davanti. Provo a suggerire alcuni spunti: A) immaginiamo i futuri lettori, quelli che nasceranno direttamente sul digitale e non sentiranno per nulla l’esigenza del confronto con il cartaceo. B) l’idea del file/oggetto da acquistare è un prolungamento dell’approccio analogico? Non possiamo immaginare il contenuto (testo, suono, immagine, video) direttamente in rete non da scaricare ma da consultare?
C) Saranno i fruitori a suggerire i nuovi modelli di mercato? Può essere una strada lasciare i contenuti gratuiti e ipotizzare un libero contributo da parte dei lettori in accordo con partner interessati alla diffusione dell’opera?
Sono solo alcuni degli spunti sul tema dell’editoria digitale. La condivisione delle risposte aiuterà la ricerca di nuove strade collettive di modelli economici e di relazione tra utenti/autori/editori. D) il fumetto si trasformerà in qualcosa di nuovo (suoni, animazione) e lo potremo chiamare sempre fumetto? Forse è un problema che i futuri lettori non si porranno nemmeno. Staremo a vedere.

4 risposte a “Editoria digitale (riflessioni)

  1. Pingback: Editoria digitale e fumetto

  2. Queste ipotesi le ho già sentite più volte.
    La mia risposta è che, se si mettono suoni e animazioni, non sarà più fumetto. Semplice.

    Il rischio è ben più grande, però.

    Ricordiamoci che le animazioni ci sono già e sono una forma d’arte a se stante che si manifesta in cortometraggi e film, oppure all’interno dei videogiochi.
    Molte arti sono già ampiamente dentro al digitale, come la musica e il cinema. E non risentono affatto di questi cambiamenti.

    Il rischio è, quindi, che se spingiamo troppo l’acceleratore nel tentativo di dare al fumetto qualcosa in più, rischiamo di finire per fonderlo con qualche arte più “completa” e perderlo per sempre.

    Il fumetto deve mantenere la sua identità altrimenti lo ammazziamo.

  3. Condivido con te il rischio che corre il fumetto, ma contemporaneamente penso che ad indicarci la strada che intraprenderà il linguaggio fumetto nel digitale saranno gli utenti giovanissimi che sono abituati a rapportarsi con il digitale con assoluta naturalezza più di chi come me fa un continuo confronto con il cartaceo. Saranno loro a scoprire, nell’utilizzo, nuove strade. Forse come dici tu si modificheranno a vantaggio di altri linguaggi più forti, ma è un rischio che può preoccupare solo noi che abbiamo gli scaffali pieni fumetti e/o lavoriamo in questo settore. 

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