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Tipografie vs digitale

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Qualche giorno fa ho parlato con un tipografo che conosco da molto tempo e gli ho posto l’odiosa domanda “come va?”, mi ha guardato storto e mi ha risposto “conosci qualcuno a cui vanno bene le cose?”.
Volevo recuperare e ho improvvisato un piccolo scenario ottimistico per le tipografie molto attente al prodotto come la sua. Ho immaginato un futuro dove la comunicazione di massa passa tutta attraverso il digitale e quella di pregio passa ancora per i canali tradizionali della carta stampata. Attenzione, quando dico pregio non parlo dei contenuti ma mi riferisco alla qualità intrinseca dell’oggetto di carta e inchiostro rispetto ad un prodotto digitale. Insomma un piccolo tentativo di recuperare la gaffe, ma il mio interlocutore non ha afferrato la prospettiva ed ha affermato con assoluta certezza che la carta stampata sarà insostituibile e che lui non vuol saperne di digitale e cose simili.
Visto che parliamo di una persona che da giovane ha preso una piccola azienda e l’ha trasformata con abilità in una tipografia di medie dimensioni con clienti a livello internazionale, mi pongo la seguente domanda: è possibile che ci siano settori produttivi che sottovalutano gli effetti della trasformazione digitale in atto?
Non posso credere che l’auspicio dei tipografi e non solo il loro, sia il superamento veloce della crisi attuale e la ripresa a pieno ritmo della produzione tipografica.
In questi anni assistiamo ad una caduta libera dei prezzi di stampa e ad un abbandono graduale della tipografia tradizionale verso la stampa digitale. Quella che consente la stampa di pochi esemplari passando dal computer direttamente alla stampa senza passare dall’incisione delle lastre di zinco e quindi dal processo di fotolito. Che incide sui costi che vengono ammortizzati quando vengono stampate un numero consistente di copie.
Se da un lato, le tipografie tradizionali stanno subendo l’assalto di quelle digitali entrambe subiranno quelle del web e dispositivi elettronici, ereader, tablet ecc ecc.
Lo scenario prossimo vedrà sempre più il web farla da padrone rispetto la stampa, non sono un mago a fare questa affermazione, penso che la trasformazione avverrà con grande velocità.
Ritornando ai tipografi, qual’è la guerra che potranno condurre per continuare a stampare? Abbassare i prezzi? Qual’è il limite di questi prezzi? Faranno come con i polli che costano meno di quanto è stato speso per allevarli?
Oppure la stampa comincerà ad essere valorizzata per progetti di pregio? In quest’ultimo caso quante tipografie chiuderanno e insieme a loro quante attività correlate alla stampa, inchiostro, carta ecc chiuderanno?
Ovviamente il contributo a questa trasformazione lo daranno anche le case editrici che non stamperanno più i libri su carta ma produrranno solo ebook.
Diciamo pure che gli editori anche se attratti dal risparmio sulla stampa al momento vorrebbero allontanare questo momento per il terrore delle copie pirata dei libri. Un destino che ritengo inevitabile ma di questo ne parlerò in modo più articolato prossimamente.

Il nuovo scenario dell’editoria digitale il 30 maggio

Continuano le serate a Vicolo Bolognetti sulle Risorse del WEB a cura dell’Associazione Web-Libero di cui faccio parte anch’io. Sul prossimo incontro del 30 maggio potete leggere questo breve articolo.

Quello precedente verteva su come aumentare le opportunità professionali attraverso il web. in poche parole, si fa per dire, come promuovere e portare avanti un progetto commerciale o culturale utilizzando le risorse gratuite che la rete mette a disposozione.

Insieme ad Anedo Torbidoni di Web-Libero ha partecipato Francesco De Nobili che ha presentato in modo molto efficace come affrontare un progetto web, quali errori evitare e soprattutto come utilizzare i social network. Ha presentato la sua diretta esperienza con il sito ComunicazioneLavoro e l’ebook che racchiude tanti utili suggerimenti. L’ebook lo potete scaricare gratuitamente poiché all’iscrizione vi danno una ricarica di 3 euro mentre l’ebook ne cosa 2,99. Su Comunicazionelavoro trovate tutte le istruzioni.

Anedo ha posto l’attenzione sulle nuove opportunità che si presentano a chi crea progetti sul web, opportunità che a volte non direttamente sembrano collegate con l’attività promossa. Come l’essere chiamato come esperto di un determinato settore, la possibilità di scrivere articoli in riviste specializzate e tante altre.

Come al solito questi incontri non sono fatti per esperti informatici, hanno l’obiettivo di dialogare con coloro che hanno dei progetti da sviluppare in rete e per creare un momento di discussione dove condividere le competenze professionali. Infatti, è proprio dalle relazioni e dalla condivisione che possono nascere progetti innovativi. Questo nuovo atteggiamento verso gli altri ancora da molti non è compreso, anzi emerge spesso una diffidenza verso la rete e la condivisione. Una diffidenza che penalizzerà nel tempo. Questo è da tenere bene in considerazione soprattutto per quei settori che del copyright ne fanno un vangelo. Vi ricordo cosa è successo con la musica e di come la corsa protezionistica ha determinato la trasformazione radicale del mercato a danno degli editori discografici tradizionali.
Ritornando al nostro incontro, possiamo dire che anche le domande dal pubblico hanno contrinuito ad arricchire il dibattito, si è parlato anche di Twitter oltre che di Facebook e Youtube.

il prossimo incontro si parlerà di editoria digitale. Dalla lotta dei formati alla rivoluzione delle professionalità nel settore editoriale: i lettori e le case editrici nel confronto con la tecnologia digitale.
Ne parleranno Anna Maria “Amalibri” (di eBook Club Italia), Francesco De Nobili (responsabile web marketing di Area51 Publishing), Mauro Sandrini (autore de “Elogio degli e-book“) e Anedo Torbidoni (Web Manager).

Vi lascio con questo pensierino:
se prima o poi tutti i contenuti digitali e quindi anche i libri potranno divenire gratuiti, quale sarà il futuro degli editori e autori?
Fatemi sapere cosa ne pensate lasciando un commento.

Consigli per editori in rete

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Continuo il ragionamento fatto nel post precedente. Voglio approfondire la questione dell’urgenza del dotarsi di strategie adeguate per affrontare il futuro. Questa urgenza è valida per tutti e non solo per gli editori, penso anche agli autori ma anche alle diverse figure professionali che ruotano intorno alla produzione del libro che possono costruirsi nuovi ruoli grazie alla rete. Qualcuno può contestare le mie precedenti ipotesi sostenendo che questi cambiamenti non sono così semplici da attuare e nell’attesa si continua a lavorare come sempre.
Io controbatto che non attuare presto una vera e propria strategia sul digitale equivale ad aver scelto un lento declino. Dover recuperare il tempo perduto in un secondo momento e con maggiori spese.

Le cose che si possono fare da subito sono diverse, vi voglio dare dei piccoli suggerimenti per comprendere meglio cosa intendo quando parlo di strategie per il web.

Prendere informazioni
Cominciamo con la raccolta delle informazioni, con il digitale è possibile avere tantissimi dati utili per poter fare le scelte giuste. Un tempo, se il libro non era sullo scaffale o senza una buona promozione verso le librerie con relativi ordini, l’editore non poteva farsi un’idea dell’accoglienza del libro. Stabilire formato, copertina, prezzo si basava solamente sull’esperienza dell’editore. Oggi si può stabilire e correggere la giusta posizione del libro, il target di riferimento valutando il riscontro avuto sulla rete. Infatti di un libro se ne può parlare prima in rete, anticiparne alcune parti o pubblicarlo prima on line, si possono creare vere e proprie presentazioni on line con gli autori, valutarne gli interessi dei possibili acquirenti e stabilire con maggiore oculatezza la confezione cartacia.

Progetti seriali
Per quanto riguarda un progetto seriale da edicola si possono sperimentare diverse strade e mettere in stampa solo quelle che hanno riscontrato un interesse adeguato a farne un progetto in “carta e inchiostro”. Altri progetti possono rimanere solo sulla rete e sviluppare altri percorsi.

Queste aree create come studio e anticipazione possono divenire il supporto on line dei libri o riviste. Il luogo dove la comunità di un certo interesse continua a confrontarsi con autori, editori e altri soggetti coinvolti dai progetti. Anzi questi siti possono sviluppare il sostegno e la promozione delle pubblicazioni. Diventare il luogo della comunità che ha interesse verso quel progetto.

Cercare i lettori
Altro lavoro che va affrontato da una buona strategia on line è il raggiungimento dei potenziali clienti. Tutti oramai hanno un sito e sanno bene quanto costa fatica ottenere visitatori. Non basta scrivere spesso, ma bisogna scrivere cose interessanti. Cose che un utente della rete può cercare on line. Quindi non cercate di essere generalisti e generici cercando di abbracciare più lettori possibili ma mettete in evidenza le vostre qualità uniche e specifiche.
Questo vale per un editore, ma anche per gli autori.
I potenziali lettori vanno intercettati, perché il vostro sito non è una vetrina in una strada di passaggio, ma le persone arrivano da voi perché vi hanno cercato. dovete dargli un buon motivo per ritornare a farvi visita e a interagire con voi.

Non posso nascondere che tutto ciò richiede tempo e progettualità ma anche impegno economico, perché se il digitale vi permette di risparmiare sulla stampa, vi richiede ore di lavoro e studio e persone che si occupino di questo. Quindi da un lato risparmiate su progetti fallimentari ma dall’altro spenderete per l’attività on line. Questo lo dico perché ho la sensazione, come già detto nel post precedente, che il digitale a molti sembra una strada dove investire qualche oretta ogni tanto la sera tra facebook e twitter.

Reinventare l’editoria

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Mi occupo da diversi anni di editoria per il fumetto. Soprattutto la fase di produzione. Ho visto come sono cambiati gli strumenti e le metodologie di lavoro grazie al digitale. Se penso proprio al mio lavoro nello specifico, il lettering, non avrei potuto farlo se non
fosse subentrata la grafica digitale nel processo di lavorazione dei fumetti. Di questo ne parlerò nel libro dedicato proprio al lettering per la Tunué.
Mentre adesso vorrei accennare al ricco dibattito che si sta svolgendo in rete a proposito delle profonde trasformazioni dietro l’angolo grazie al digitale. Considerazioni molto grossolane ma che rendono l’idea di quello che saranno gli scenari possibili per l’editoria. Innanzitutto, gli atteggiamenti molto diversi tra autori, editori e lettori.
I primi sono alla ricerca dei possibili sviluppi personali delle loro produzioni artistiche-letterarie, preoccupati dalla diffusione gratuita delle loro opere e l’illusione di una notorietà senza limiti a portata di click.
I secondi, preoccupati per la difficile situazione economica, si barcamenano nel giusto tentativo di far sopravvivere la loro creatura affascinati dall’idea della creazione del prodotto “best seller” del digitale, a costi contenuti e guadagni infiniti che li tirerà fuori dai guai.
i terzi che navigano a vele spiegate attraccando dove li porta il proprio interesse, preoccupati unicamente dal trovare buona qualità ad un prezzo contenuto. Per quest’ultimo soggetto l’offerta di avveniristiche emozioni digitali è quel
qualcosa in più che non guasta ma non sono il bottino principale della loro caccia.
Ho sintetizzato brutalmente e sono consapevole che ci sono tante altre posizioni diverse da quelle da me esposte, però mi serve per chiarire il mio punto di vista sulla questione. Gli editori più che perdere tempo a cercare il prodotto di successo per il digitale dovrebbero reinventare la loro professione. Rimettere in discussione i fondamenti del loro vecchio mestiere. Si, direi che il modo corretto per gli editori di rimanere a galla è quello di ridiscutere le strategie generali, dove il digitale è rappresentato non dalla creazione del best seller digitale o dai libri da trasformare in ebook ma dalla grande opportunità che la rete può offrire a chi ne sa cogliere la sua natura di luogo di condivisione, di rete orizzontale. Dove allacciare alleanze con i lettori, dove le relazioni non finiscono dopo l’acquisto di un libro, ma cominciano. L’editore deve pensare ad offrire dei servizi al lettore, servizi con tanta attenzione, la cura e la qualità del suo lavoro. L’economia dell’editore non è più esclusivamente la vendita di un prodotto digitale che il valore in rete viene percepito vicino allo zero, ma da un insieme di attività on e off line proposte e comunicate grazie alla rete. L’altra sera non avevo sonno e volevo ascoltare un audiolibro e mi sono messo alla ricerca con il mio smartphone. Quello che mi sembrava interessante costava tra i 10 e i 15 euro, alla fine ho optato per un gratuito podcast di fumetti in radio, Tex, produzione Rai 2. Tutto molto professionale e di qualità a costo zero. È probabile che se mi avessero chiesto un abbonamento di 1 euro al mese rinnovabile lo avrei pagato senza troppi problemi. Tutto questo per sottolineare che l’editoria è ad un bivio, o ripete l’errore delle case discografiche o cambia il modo di operare. Il libro digitale diverrà gratuito nella percezione futura degli utenti, quindi bisogna attrezzarsi per costruire nuovi modelli di bussiness. Immaginare diverse attività collaterali da affiancare al libro. Mostre, conferenze, progetti multimediali, gadgets, campagne di comunicazione, video, e altro, tutto da costruire e inventare, ma ad una sola condizione, la qualità. Che può essere il punto d’unione tra i diversi soggetti, citati prima. All’autore non resta altro che fare un buon lavoro, all ‘editore quello di creare i canali giusti per la diffusione e la comunicazione del progetto e al lettore il piacere di avere un qualcosa di buono tra le “mani” per cui vale la pena spendere qualche euro. La rete è l’enorme potenziale dove sperimentare tutto questo. Quindi, un consiglio agli editori e autori, piuttosto che perdere tempo ad immaginare il prodotto best seller, sperimentate nuove strade.

Ebookafumetti su twitter

Segnalo questa interessante discussione nata su twitter a proposito degli ebook a fumetti.

La discussione nasce da Becco Giallo che a dicembre ha lanciato alcuni ebook a fumetti e ne parlano sul blog riassumendo alcune posizioni emerse su twitter e diverse molto interessanti. Soprattutto la divisione tra fumetto puro e nuovi linguaggi possibili grazie alla multimedialità.

Io ne avevo parlato immaginando tre scenari possibili, soprattutto sull’onda comunicativa dell’Ipad.

Ebook vs ereader!

Vi segnalo questa ricca sintesi sulle due giornate di sabato 7 e domenica 8 maggio, al Laboratorio Crash per Fahrenheit 451 il futuro del libro. Festival popolare per l’editoria digitale realizzata da Alberto Sebastiani sul suo blog caffeletterario. Come ha scritto, sono stati due giorni dove scrittori, operatori, studiosi, editori aperti al nuovo mondo si sono incontrati sul tema dell’ebook interrogandosi sul futuro del libro. Dal titolo molto eloquente Crash! L’ebook è nato, l’ereader è morto.il libro vince, dell’articolo di Sebastiani gli ereader non hanno riscosso grande successo. nella foto presa in rete un ereader di Amazon.
Ho partecipato con molto piacere a questa iniziativa e presto racconterò il mio punto di vista sull’argomento soprattutto dopo un ricco bombardamento di spunti e riflessioni emersi dalla discussione.  I complimenti vanno al Laboratorio Crash e Dans La Rue per aver organizzato l’iniziativa sperando che sia solo l’inizio di un lungo confronto. Intanto buona lettura.

Il futuro del libro


Sempre più diffusamente si parla di editoria digitale e il fenomeno ebook sta assumendo un ruolo commercialmente importante nel panorama editoriale. Però siamo ancora all’inizio e non è chiaro a quale formato tecnologico approderemo ma soprattutto quale sarà il lettore di domani, quello che deve ancora nascere. Allora, proviamo a capire meglio la questione distinguendo tra due approcci completamente diversi. Il primo sta cercando di traghettare l’attuale produzione cartacia verso il digitale, proponendo il file come nuovo “oggetto” da possedere, magari insieme al libro stampato. Con tutte le problematiche che un file digitale porta con se in termini di diffusione gratuita tramite copia illegale (pensiamo aila musica). L’altro approccio, più interessante dal mio punto di vista, è quello che parte dalla comunità dei lettori. L’incontro diretto tra autore e lettore o tra lettori come nuovo possibile percorso di condivisione tramite la rete, quindi l’ebook come esperienza di relazioni. Allora finirà il piacere della scrittura/lettura solitaria? No, non credo proprio, penso però che la condivisione di pensieri tra lettori e autori favoriranno la nascita e l’affermazione degli autori. Sarà dalla condivisione in rete che nasceranno le forme di retribuzione degli autori e degli editori. Tutto ciò coinvolgerà anche il fumetto che sarà il linguaggio che subirà più trasformazioni. Ne avevo parlato qui. Ne parlerò insieme a tante altre persone che si occupano di editoria e del digitale il 7 e l’8 maggio a Bologna a “Fahrenheit 451” l’iniziativa del Laboratorio Crash! e Infoshop Dans La Rue. Il video è una simpatica presentazione.

Comunità on line e applicativi gratuiti

Oggi vi vorrei segnalare quest’articolo de Il Post che parla di un uomo d’affari che ha speso 30 milioni di dollari in denaro e azioni per acquistare TweetDeck, un applicativo con molte funzionalità per usare al meglio twitter il famoso social network di messaggini. Io uso Echofon per Iphone e mi trovo molto bene, ma ho subito scaricato TweetDeck, è gratuito. Lo proverò, sono curioso. Anche Echofon appartiene  a lui.
Certo che 30 milioni di dollari per comprare un applicativo da regalare, mi sembrano tanti, eppure questa sembra essere la nuova strada del business, regalare per poi vendere qualcosa di collaterale. Non solo, l’obiettivo è quello di creare comunità enormi a cui poter proporre qualcosa, Diciamo che ancora non è chiaro come ciò potrà essere usato al meglio, infatti è il problema di Facebook o Youtube.
Comunque in molti scommettono su queste grandi comunità.

“Bill Gross ha 52 anni, è un uomo d’affari ed è solitamente descritto con la sbrigativa definizione “pioniere del web” per le sue numerose attività svolte nei primi anni di vita dei siti internet. Nel 1996, Gross fondò Idealab, un incubatore aziendale nato per aiutare le società a sviluppare le loro idee e a farle rendere sul mercato. Sopravvissuto agli sconquassi causati dal flop della new economy, Gross negli ultimi anni si è dato da fare e ha investito molte risorse nelle società nate intorno a Twitter attraverso la propria nuova azienda UberMedia. E proprio UberMedia sta per concludere un nuovo importante affare, che le consentirà di entrare a breve in possesso di TweetDeck, uno dei programmi più utilizzati per gestire e inviare i messaggi attraverso Twitter.

La società di Gross spenderà 30 milioni di dollari in denaro e azioni per acquistare TweetDeck, che negli ultimi due anni è riuscita a ottenere 5 milioni di investimenti. La notizia dell’acquisizione è stata data da TechCrunch. L’accordo non sarebbe ancora del tutto formalizzato, ma le parti avrebbero già firmato alcuni patti di massima per dare il via libera al cambio di proprietà.” potete continuare a leggerlo su Il Post

Editoria digitale (riflessioni)

Qualche giorno fa, c’è stato un interessante incontro sull’editoria digitale, ne parla Alberto Sebastiani qui. Colgo l’occasione per lanciare alcune riflessioni. Intanto mi sembra che ci sia un grosso interesse soprattutto da parte degli editori, dei distributori, da parte di coloro che diverranno i futuri addetti al service editoriale e dagli autori che devono comprendere se e in che modo si modificherà il loro lavoro. In questa fase siamo alla trasposizione dell’editoria cartacea a quella digitale. L’approccio è quello del confronto tra le migliorie tra il supporto analogico e quello digitale. Le nuove possibilità che il digitale potrà offrire in termini di interattività, condivisione e diffusione. Contemporaneamente si guarda a tutto ciò con preoccupazione per i pericoli che questo comporterà per il mercato. Quali saranno i nuovi modelli di business? Chi pagherà il lavoro degli editori, distributori e autori se tutti potranno condividere i file con un semplice click? Queste sono le problematiche che abbiamo davanti. Provo a suggerire alcuni spunti: A) immaginiamo i futuri lettori, quelli che nasceranno direttamente sul digitale e non sentiranno per nulla l’esigenza del confronto con il cartaceo. B) l’idea del file/oggetto da acquistare è un prolungamento dell’approccio analogico? Non possiamo immaginare il contenuto (testo, suono, immagine, video) direttamente in rete non da scaricare ma da consultare?
C) Saranno i fruitori a suggerire i nuovi modelli di mercato? Può essere una strada lasciare i contenuti gratuiti e ipotizzare un libero contributo da parte dei lettori in accordo con partner interessati alla diffusione dell’opera?
Sono solo alcuni degli spunti sul tema dell’editoria digitale. La condivisione delle risposte aiuterà la ricerca di nuove strade collettive di modelli economici e di relazione tra utenti/autori/editori. D) il fumetto si trasformerà in qualcosa di nuovo (suoni, animazione) e lo potremo chiamare sempre fumetto? Forse è un problema che i futuri lettori non si porranno nemmeno. Staremo a vedere.

Editoria digitale

Sono alla casa della conoscenza di Casalecchio, e tra poco inizia l’incontro su “Editoria digitale” tanti gli interventi previsti. Si parlerà di ebook e dei prossimi scenari dell’editoria. Qui alcune info/ a proposito. Wifi free in sala e diretta su twitter su @bolognain